Animali totemici

L’immaginario Longobardo. Un affascinante spaccato di pratiche tradizionali e di simboliche sepolture animali nei tre siti di Cividale del Friuli, di Povegliano Veronese e di Spilamberto.

Il tema della Caccia selvaggia, che vede Odino nella sua speciale veste di accompagnatore verso l’Oltretomba, è uno dei temi più cari alla mitologia nordica esprimendo al tempo stesso la persistente e remota vocazione guerriera delle genti germaniche. Ed è proprio in racconto vocazione, amalgamata un’esistenza intensamente legata alla natura, che riflette l’immaginario dei popoli dell’Europa barbarica. In un contesto di vita quotidiana dominata da imponenti foreste e dall’imprescindibile presenza di animali, questi ultimi diventano punti di riferimento fondamentali, tanto da assumere una forte valenza totemica. Nel collegamento ad un antenato animale di origine soprannaturale si esprime la memoria collettiva.
Cerimonie propiziatorie allo scontro e particolari pratiche messe in atto al momento della sepoltura offrono uno spaccato straordinario dell’immaginario dei Longobardi popolato da cavalli, cani, orsi, lupi, cervi, cinghiali, serpenti e aquile, presenze costanti nella sfera del quotidiano, speciali accompagnatori e fedeli compagni nell’eternità.
I contesti scelti per rappresentare questo tema offerto, nelle loro differenti connotazioni, un suggestivo spaccato di pratiche rituali importanti, di grande valore rappresentativo per le rispettive comunità di riferimento: la sepoltura di cavallo e cavaliere da Cividale del Friuli (necropoli di San Mauro, T43 ), la sepoltura di cavallo acefalo e cani di Povegliano Veronese (necropoli dell’Ortaia, T sn) e le sepolture di cavalli acefali di Spilamberto (necropoli di Ponte del Rio, T 63, 66, 67).

 

Data: 24/01/2019 – 31/08/2019
Regioni: Friuli Venezia Giulia, Veneto, Emilia Romagna
Città: Cividale del Friuli (UD), Povegliano Veronese (VR), Spilamberto (MO)
Tema: Sepolture simboliche di animali

 

Il progetto “Longobardi in vetrina” nasce dalla volontà di far conoscere e dialogare i musei, che ciascuno dei sette luoghi della rete del sito seriale (Cividale del Friuli, Brescia, Castelseprio-Torba, Spoleto,  Campello sul Clitunno, Benevento, Monte Sant’Angelo) con altri musei nazionali non appartenenti alla rete ma dotati di una sezione longobarda o altomedievale.

Questo incontro si è realizzato attraverso 7 esposizioni tematiche articolate nelle 15 sedi tra cui:

Museo Archeologico Nazionale di Cividale del Friuli
Il Museo fu fondato nel 1817 per accogliere i reperti portati alla luce nelle campagne di scavo condotte a Cividale e nel territorio. Nel corso dei secoli di storia, la collezione si è arricchita anche di importanti opere di oreficeria sacra e profana di epoca medievale e rinascimentale.

Museo Archeologico di Povegliano Veronese
Il Museo situato presso la corte rurale della settecentesca Villa Balladoro, riunisce reperti archeologici dell’età del Bronzo e del Ferro rinvenuti nel territorio circostante, numerosi materiali celtici e romani e una tomba longobarda.

Antiquarium di Spilamberto

Il museo archeologico allestito nei locali al piano terra del Torrione Mediavale conserva reperti che testimoniano lo sviluppo insediativo locale dalla preistoria all’età classica con importanti testimonianze di siti preistorici e tracce d’età storica fino agli inizi del VII sec. d.C.

 

Rumore di zoccoli sul terreno. Nel buio profondo della selva, il suono sordo di un galoppo demoniaco. Un mostro oscuro come l’ombra della notte, un cavallo a otto zampe, si muove fra i rami e le radure. In groppa ha Wotan, il dio della guerra, seguito da un corteggio di guerrieri morti in battaglia.

Erano oscure, potenti e truci le immagini che hanno accompagnato i Longobardi nel loro lungo peregrinare. E di queste immagini non si sono liberati mai, nemmeno quando sono giunti nel caldo sole del Mediterraneo.
Sono un popolo di uomini duri, di guerrieri. Nel caos della battaglia, un’ombra sguscia alle spalle e ti ferisce all’improvviso. Non sai se è un nemico, un demone o un dio. Ma è la paura che sprona il coraggio: il vero guerriero non è chi teme l’ignoto, ma colui che lo affronta e lo doma.
Giocavano con il terrore, i barbari Longobardi. Il loro e quello altrui. Gli animali che li spaventavano erano anche i loro protettori, i demoni che li accompagnavano nelle battaglie più cruente: lupi, serpenti, cinghiali partoriti dalla natura ma rielaborati dalla mente degli uomini, o dai loro incubi.

I Longobardi vivevano immersi in questo mondo stregato, essi stessi indossavano maschere di belve, si trasformavano in creature mitologiche come i Cinocefali dalla testa di cane, che sbranano a morsi gli avversari e ne bevono il sangue come vampiri.
Persino quando hanno abbracciato un nuovo credo nel fondo delle loro anime sono rimasti legati ai loro animali totemici, figure partorite dalle tenebre primordiali e dal caos. Forse la diffidenza della Chiesa nei loro confronti è anche legata a questo loro rimanere pagani dentro.

Nel fondo del loro animo, persino dopo la più sincera delle conversioni, alberga qualcosa di indomabile. Uno spazio in cui il guerriero si fa belva e l’istinto domina sulla ragione. Uno spazio in cui l’uomo non è uomo, ma è solo intuito animale. Uno spazio in cui il Longobardo non è più cristiano, non è più uomo, non è nemmeno demone o dio. È solo natura, movimento, azione. È solo con se stesso, immerso nel tutto.

Mariangela Galatea Vaglio

Un affascinante spaccato di pratiche e simboliche sepolture animali nei tre siti di Cividale del Friuli, Povegliano Veronese e Spilamberto. 

A cura di Angela Borzacconi – Museo Archeologico Nazionale di Cividale del Friuli e Associazione “La Fara”

Dalla penna di Mariangela Galatea Vaglio e la regia di Marco Melluso e Diego Schiavo, il Video Racconto della Mostra ” Animali Totemici nell’immaginario Longobardo”.